Curiosità e aneddoti sul vasto mondo del vino che spiegano la provenienza delle nostre abitudini e modi di dire.

Sapete perché le bottiglie di vino hanno colori diversi?

Verde, marrone, trasparente: il colore di una bottiglia di vino non è solo questione di estetica o di brand: dietro ci sono delle precise motivazioni tecniche.

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  • Le bottiglie di vetro trasparente vengono usate per i vini bianchi, da bere giovani senza che invecchino
  • Le bottiglie di vetro verde vengono utilizzate per i vini bianchi che necessitano di un periodo di affinamento e per i rossi che maturano dopo un periodo più o meno lungo
  • Le bottiglie in vetro marrone o nero sono quelle che garantiscono il più alto livello di protezione dalla luce solare: vengono usate per i vini rossi che richiedono lunghi periodi di invecchiamento.
Ogni tipologia di vino vuole il suo bicchiere: ma quali e quanti diversi tipi di bicchiere esistono?
Partiamo dai vini rossi: Ballon piccolo: è il classico bicchiere da vino rosso, adatto a vini rossi giovani e non troppo corposi Grand ballon: è ampio e adatto ai vini rossi corposi Barbaresco o Bourgogne: è il calice da vino rosso più ampio, per vini invecchiati o molto corposi E i bianchi? Flute: alto e stretto, è l’ideale per sorseggiare uno spumante o un vino giovane e secco come il Prosecco Tulipano: ha una coppa bombata più stretto nella parte alta ed è usato per gustare vini bianchi, leggeri e freschi. Renano: rotondo e ampio, è indicato per vini bianchi strutturati e barricati (ma anche per un Chianti Classico) E dulcis in fundo i vini da dessert: Coppa Asti: più largo che lungo, è il bicchiere adatto per bere uno spumante dolce (infatti prende il nome dallo Spumante Asti) Tulipano Piccolo: più piccolo e stretto rispetto al tulipano da vino bianco, è adatto per i passiti Sautern: stretto alla base e ampio in cima, è adatto per i cosiddetti “vini muffati”, passiti dal bouquet complesso Di solito l’ultimo bicchiere della serata è detto “bicchiere della staffa”: sapete perché? Questo modo di dire risale all’800, quando i signori andavano nelle locande a cavallo e bevevano l’ultimo bicchiere con un piede già fuori, sulla staffa del cavallo. Questa espressione si usava anche in un’altra occasione: dopo aver ricevuto la visita di qualcuno, era considerato educato che il padrone di casa offrisse un bicchiere di vino al proprio ospite o nel momento in cui stava per abbandonare la casa o quando stava per salire sul proprio cavallo. L’offerta era infatti interpretata come un augurio di buon viaggio e di sereno ritorno.        

Sapete quanti vitigni esistono in Italia?

L’Italia è il paese con il maggior numero di vitigni autoctoni al mondo: ben 545 varietà di vite da vino (dati 2019) su un totale di 1.300 nel mondo.

Il vitigno più coltivato è il Sangiovese, seguito da Montepulciano, Glera, Pinot Grigio e Merlot.

Sai che cosa è il vino novello?
Molti pensano si tratti del vino nuovo… risposta sbagliata! 

Il novello è in realtà un tipo di vino molto particolare, messo in vendita nello stesso anno della vendemmia e regolamentato da una precisa normativa. 

A differenza del vino normale, viene prodotto con un metodo completamente diverso, quello della macerazione carbonica: si mettono i grappoli d’uva (almeno il 40%) in un serbatoio ermetico pieno di anidride carbonica per un periodo che varia da poche ore a qualche giorno. 

Il vino novello ha un sapore fresco e leggero, ottimo da sorseggiare da solo o per accompagnare carni, formaggi, taglieri di salumi e castagne.